domenica 26 aprile 2015

Modena Play

Sabato 11 e Domenica 12 Aprile si è svolta a Modena la settima edizione di Play-Modena: probabilmente la più grande manifestazione italiana dedicata ai giochi da tavolo!


In compagnia di Antonella (mia moglie) e di una coppia di amici, sabato mattina partiamo da Roma in auto verso Modena. Fra una chiacchiera e l'altra, verso le 13:30, siamo già dentro la fiera. Tre padiglioni (e mezzo) ospitano gli stand delle diverse case editrici suddivise in aree tematiche. Il padiglione più ampio (quello parzialmente ripreso dalla foto sopra) è completamente incentrato sui giochi da tavolo. Negli altri due si possono trovare giochi per famiglie, per bambini, giochi astratti, miniature e ricostruzioni storiche.
Dopo un tour esplorativo e uno spuntino veloce proviamo a sederci ad un tavolo per la dimostrazione di qualche gioco. 
L'enorme numero dei partecipanti (quest'anno, nei due giorni sono stati superati i trentamila ingressi) non rende facile trovare un tavolo per quattro persone, soprattutto per i giochi usciti di recente.

I titoli che voglio provare non sono tanti, uno è Imperial Settler ("Coloni Imperiali" nell'edizione italiana). Per fortuna troviamo quasi subito spazio in uno dei tavoli ad esso dedicati.
Il gioco, dalla grafica accattivante, è un card-game che ricorda molto da vicino altri titoli dello stesso genere e, per questo, lascia un po' delusi i compagni al tavolo. Personalmente mi è piaciuto: ottima grafica, regolamento semplice e durata limitata. Un gioco non banale, con una buona profondità. Lo rigiocherei volentieri.

Un altro gioco, molto famoso, che vogliamo provare è Camel (C)Up. L'unico tavolo in cui lo vediamo è sempre occupato, con tanto di fila. Il premio come "Gioco dell'anno per famiglie" del 2014 l'ha sicuramente reso uno dei titoli più noti e per questo più attraenti. 

Proviamo ad avventurarci nello stand dell'Asterion (il migliore, per professionalità e organizzazione) in cui troviamo un tavolo libero per provare Concept. Questo party game per scimmie ammaestrate (come ho simpaticamente deciso di soprannominarlo) aveva già catturato la mia attenzione nei mesi passati. I giocatori sono messi alla prova nel tentativo di indovinare la parola che la "coppia" di turno sceglie in una scheda pescata a caso. La particolarità sta proprio negli indizi che la coppia può dare. Si devono infatti piazzare delle pedine sulla plancia in cui sono mostrati i "concetti" (Uomo-Oggetto, Grande-Piccolo, Flora-Fauna, ecc) cercando di far sì che qualcuno indovini. Un gioco molto adatto ai neofiti e ai gruppi numerosi.

Chiudiamo la serata con due titoli meno noti: L'isola proibita e Seven Seas. Il primo è un semplice cooperativo ambientato in un'isola che sta affondando. Con abile maestria e coesione i giocatori devono coordinarsi per portare in salvo i 4 artefatti e scappare incolumi. Non sono un grande amante dei cooperativi, li trovo tutti molto simili. Questo tra l'altro, ricorda molto Pandemic, dello stesso autore. 
Differente l'opinione su Seven Seas: un gioco di carte ambientato nel mondo dei pirati che vede i giocatori affrontarsi in una sfida nella composizione delle proprie ciurme. L'alta interazione (ci si può rubare/scambiare le carte ciurma) e la corsa contro il tempo (il primo che raggiunge o supera i 20 punti chiude la partita) lo rendono un gioco molto adatto ai miei gusti.

Alle 20:00 si conclude la prima giornata della fiera e, dopo il breve tragitto verso l'albergo, un'ottima cena e una bella dormita, ci ritroviamo la mattina della domenica pronti ad una nuova giornata ludica.

Approfittando delle "poche" persone di inizio giornata, ci avventuriamo nuovamente tra i tavoli dell'Asterion nel vano tentativo di provare Elysium, uno dei giochi che più mi hanno consigliato. A quanto pare non l'hanno consigliato solo a me, visto che i due tavoli ad esso dedicati sono sempre pieni. Troviamo sfogo in un piccolo tavolo nelle vicinanze in cui una simpatica ragazza ci cattura per una veloce partita a Jungle Speed. Nonostante non sia una novità degli ultimi tempi, non avevamo mai provato questo simpatico gioco di velocità e colpo d'occhio. 

Il colpo d'occhio è stato importante anche nel notare che, appena finita la sfida a Jungle Speed, si è liberato un tavolo vicino che ospita un altro dei giochi che volevo provare: Lord of Xidit. Ambientato nel mondo fantasy di Seasons, questo gioco molto colorato e simpatico ne cambia completamente le dinamiche. Non si tratta infatti, come Seasons, di un gioco di carte ma di un'avventura all'interno di una mappa (la terra di Xidit appunto) in cui dobbiamo pianificare le mosse che il nostro eroe dovrà fare (spostarsi, arruolare personaggi e combattere coi mostri). L'interazione nascosta e l'ottima componentistica ne fanno un gioco molto bello che è piaciuto a tutti e quattro.

Ci spostiamo per un ennesimo tour fra i vari stand. Tanti i giochi e le iniziative. Molti i rivenditori. Poche le offerte per acquistare i giochi. Una di queste riguarda una serie di piccoli giochi, tra cui Nosferatu: un gioco provato in una delle GobCon di cui vi ho parlato. Lo acquisto al volo prima che finisca la scorta. 

Poco coraggiosi, evitiamo di provare uno dei giochi che più mi incuriosisce: "Wir Sind das Volk": una sfida "uno contro uno" (come il mio amatissimo Twilight Struggle) che ci avrebbe obbligato a giocarlo a coppie. Un titolo che entra comunque nella mia personale wish list.

Passeggiando fra gli stand vediamo un Pitch-Car inutilizzato e, scoprendo che la nostra coppia di amici non l'ha mai provato, decidiamo di avventurarci in una veloce partita a colpi di indice. 

Ci appropinquiamo poi al padiglione dei giochi astratti e, anche lì, scopriamo che i nostri compagni di avventura non hanno mai provato Othello. Decidiamo allora di sederci per una veloce partita che ci fa da aperitivo per il pranzo.

Nel primo pomeriggio Antonella ci sprona a provare Spyfall, la cui recensione l'aveva incuriosita; purtroppo è già occupato. Decidiamo di non allontanarci troppo e proviamo, a pochi tavoli di distanza, Kaleidos: un gioco per bambini che cattura facilmente anche gli adulti. Un titolo simpatico che mi ha ricordato un Saltinmente con le immagini.

Il tavolo di Spyfall, per la gioia di Antonella, si libera e ne approfittiamo per provare questo titolo originale e simpatico. Stranamente piace molto a me e poco agli altri. L'idea di giocare attraverso domande e risposte, nel tentativo di scovare chi fra i giocatori è la spia, è molto semplice e simpatica. Chi ama calarsi in un veloce gioco di ruolo può trovare molta soddisfazione in questo titolo. 

Tentiamo di nuovo inutilmente ad infilarci nel tavolo di Camel (C)Up, ma la ressa in attesa per provarlo non accenna a diminuire. Ci allontaniamo allora per fare nuovi acquisti (Antonella trova a buon prezzo una copia di Goa) e vedere l'esito di una piccola lotteria a cui abbiamo partecipato (ovviamente non vinciamo niente). Lì vicino però si libera un tavolo per un piccolo gioco: Radio Londra. Il titolo a noi del tutto ignoto si scopre essere un simpatico gioco che ricorda DiXit. Anche qua bisogna cercare con una frase di far indovinare delle carte pescate a caso dal mazzo, ma le dinamiche di punteggio sono lievemente diverse. Il gioco piace, tant'è che i nostri amici ne comprano una copia. 

Decidiamo di presidiare il tavolo di Came (C)Up finché non si libera e concludere così il pomeriggio. Mentre rimaniamo in attesa del nostro turno, i nostri amici si allontanano per acquistare Concept. Nel frattempo altre persone si avvicinano per chiederci (vedendoci solo in due) se possono giocare a Camel (C)Up con noi. 
Alla fine ci ritroviamo in dieci persone sedute al tavolo (due coppie si fondono in un unico giocatore) e così proviamo (finalmente!) questo titolo col massimo numero di partecipanti consentito: otto. 
Il gioco è molto bello: facile da capire e da giocare. I cammelli corrono attorno alla piramide e i giocatori devono essere bravi a scommettere su di loro. La durata è brevissima (meno di trenta minuti, a prescindere dal numero dei partecipanti) e il divertimento è tanto. Decido infatti di comprarne una copia. 

Chiudiamo il pomeriggio con una sfida a La Boca: un gioco in cui ci si diverte a comporre, nel minor tempo possibile, degli edifici i cui prospetti devono corrispondere a quelli raffigurati su una carta scelta a caso. 

La nostra avventura al Modena Play si chiude così, stanchi ma felici per una due giorni bella e ricca di novità.

Ah, dimenticavo: le tigelle sono buonissime!











venerdì 24 aprile 2015

Riflessi

Rientro a casa dopo le classiche otto ore lavorative di ogni giorno; riesco a prendere la metropolitana al volo. Mi infilo a fatica fra le due file di posti a sedere che separano le due porte del vagone. Ormai è sera. Buio nel cielo come nei pensieri di chi si incontra nella solita metropolitana sempre troppo piena.
Mi ritrovo così ad osservare i volti riflessi dal vetro situato sopra i sedili. La calca fa sì che i volti non siano pochi. 

Al mio fianco una donna di mezz'età guarda oltre il vetro. I suoi boccoli biondi sono lo scudo contro gli sguardi degli altri. In pochi notano i suoi occhi stanchi e pieni di ansia. Sa che al suo rientro a casa non terminerà le sue fatiche, anzi, una cena da preparare e una famiglia da gestire potrebbero essere per lei il vero lavoro. Il suo sguardo corre ben oltre, spinto dalla preoccupazione per i suoi figli. 
Al suo fianco un giovane ragazzo in giacca e cravatta si mantiene con decisione al tubo orizzontale che sovrasta le nostre teste. Il suo aspetto impeccabile denota sicurezza, fiducia nelle sue capacità. Non ha bisogno degli altri. I suoi occhi non si schiodano dal suo smartphone. Il resto è invisibile per lui. Si protegge con il suo conformismo e nella sua carriera vede l'unico percorso da intraprendere.
Non nota neanche la giovane e bella ragazza al suo fianco, nonostante il suo zaino ingombri eccessivamente il poco spazio. La sua serenità fa intuire come sia una matricola universitaria all'inizio di un lungo viaggio ricco di possibilità e speranze. I suoi occhi osservano tutto ciò che sta attorno a lei aiutandosi con i riflessi del vetro. Studia tutto: dalle mani che stringono con forza le sbarre, ai corpi che si incastrano nello spazio ridotto del vagone. Siamo per lei figure irregolari che occupano uno spazio. Non siamo persone senzienti. Non si accorge neanche dello sguardo fisso del ragazzo al suo fianco: un giovane arrogante, sicuro del suo bell'aspetto e dei suoi capi firmati. Talmente sicuro di se stesso da non porsi alcun problema nell'ostentare lo sguardo sulla avvenente universitaria. Anzi, quasi è infastidito perché lei non si accorge di lui. Com'è possibile che lei non abbia notato la sua perfezione?
Di lui si è accorto invece un anziano dall'occhio giovane. Un signore che, come me, attraverso i riflessi del vetro, osserva i quattro personaggi che ci separano. 
Chissà se i suoi pensieri sono gli stessi miei. Chissà se anche lui sente l'enorme solitudine che affolla questa metropolitana.