domenica 25 settembre 2011

Giorgio Faletti: Da Bagnacavallo a Dio



Uno dei primi programmi televisivi di cui ho memoria è Drive In, l'innovativo contenitore ricco di musica e colori che incantava milioni di italiani di ogni età.
Uno dei comici che più mi stupiva già da allora per il suo eclettismo era Giorgio Faletti. Molti ricordano solo il personaggio di Vito Catozzo, la guardia giurata sgrammaticata di facile impatto per il pubblico; alcuni ricorderanno anche Suor Daliso delle "Piccole Madri Addolorate del Beato Albergo del Viandante e del Pellegrino"; ben pochi però ricorderanno anche Carlino (il bimbo di Passerano Marmorito), il Cabarettista Mascherato o l'anticonformista Testimone di Bagnacavallo. Tutti personaggi ben diversi l'uno dall'altro, a testimonianza di una spiccata versatilità.
La sua evoluzione mediatica è stata ricca di sorprese. Dopo aver proseguito la carriera di comico partecipando ad altre trasmissioni, Faletti sbuca anche nel panorama musicale in qualità di autore e interprete di canzoni ben lontane da Vito Catozzo, fino ad arrivare al Festival di Sanremo 1994 in cui sfiorò la vittoria con quella che probabilmente è la sua canzone più famosa: Signor Tenente.



Continua a stupire anche quando nel 2002 viene pubblicato il suo primo romanzo: Io Uccido a cui seguono: Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Pochi inutili nascondigli, Io sono Dio e l'ultimissimo Appunti di un venditore di donne (che ancora non ho letto).
In tutti i suoi libri si intravede facilmente l'intelligenza e la fantasia che per decenni l'hanno caratterizzato e allo stesso tempo si nota l'ispirazione ottenuta da autori come Grisham, King e Follett (solo per citarne alcuni).
Il piacere con cui le pagine scorrono e la storia si snoda fra i vari colpi di scena e le descrizioni del passato dei protagonisti è facilitata dall'Hollywood Style che sempre più viene usato da molti scrittori (Dan Brown ne è un maestro). I romanzi di questo tipo si distaccano dai grandi classici aiutando il lettore nella lettura di pagine ricche di dialoghi e ben poche descrizioni, libri pronti a essere facilmente trasposti  nella sceneggiatura di un film. Questo fa storcere il naso ai lettori tradizionalisti, ma allo stesso tempo ha (ri)avvicinato alla lettura persone che difficilmente avrebbero finito altri romanzi.

Nella mia personale classifica di gradimento dei suoi libri per ora all'ultimo posto si piazza Pochi inutili nascondigli: raccolta di racconti in stile noir fantasy dal retrogusto di Stephen King, che non ha mi ha appassionato in quasi nessuna delle sue storie.

Al penultimo posto si collocano ex aequo Io, Uccido e Niente di vero tranne gli occhi: vado forse controcorrente ritenendo che nei primi due romanzi Faletti non avesse ancora preso la mira giusta per la struttura dei suoi libri. Nel primo la tensione cattura il lettore per oltre metà della storia, andando alla ricerca dello psicopatico serial killer, poi ad un certo punto la trama deraglia, svelando con un colpo di scena l'identità dell'assassino a oltre 200 pagine dalla fine, rendendo noioso l'arrivo alla quarta di copertina; nel secondo romanzo l'assurda casualità di molti dei suoi eventi principali trascina la storia in qualcosa di troppo surreale, inoltre il finale lascia l'amaro in bocca dato che un buon poliziesco deve dare la possibilità al lettore di intuire l'assassino o il mistero prima che esso venga svelato. In questo romanzo invece ipotizzare chi fosse l'assassino era un'impresa a dir poco ardua.

Al secondo posto si piazza Fuori da un evidente destino. Romanzo in cui fin da subito si capisce che non si viaggia sui classici binari di un thriller, ma attraverso il presente e passato del protagonista, fino ad arrivare al suo evidente destino finale. Il tutto condito da un'ambientazione e da personaggi secondari che danno calore alle vicende narrate.

Al primo posto, ultimo arrivato fra le mie letture, si piazza Io sono Dio. Faletti in questa storia che parte da un passato non troppo lontano, riesce a trovare la giusta misura e i giusti tempi. Nonostante sia il romanzo più cinematografico, i personaggi non sono eccessivamente banali e la storia si dirama fino al colpo di scena finale (forse un po' scontato) in maniera scorrevole e priva di tempi morti o brusche frenate.

Ora sono curioso di leggere il suo ultimo romanzo, totalmente ambientato in Italia: Appunti di un venditore di donne. Chissà come si collocherà nella mia personale classifica.

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