lunedì 17 febbraio 2014

Era un tipo strano.

Gli piaceva mettere ogni giorno una sveglia, ma per ricordarsi quando doveva andare a dormire, non per svegliarsi.

Era un tipo strano.

Amava stare al sole, completamente vestito.

Era un tipo strano.

Faceva le scale mobili al contrario, per evitare di andare in palestra.

Era un tipo strano. 

Leggeva i libri alternando le pagine, prima tutte le dispari, poi tutte le pari, poi univa tutto nella testa. Così si girava nel letto una sola volta.

Era un tipo strano.

Da bambino non bruciava le formiche, gli dava gli strumenti per farlo da sole. 

Era un tipo strano.

Amava stare sulla neve, completamente nudo.

Era un tipo strano.

Leggeva gli oroscopi per evitare che gli succedesse quello che gli predicevano. Tutti e dodici i segni. 

Era un tipo strano.

Andava al cinema, ma entrava in sala solo alla fine. Per vedersi i titoli di coda.

Era un tipo strano.

O forse lo ero io, che lo seguivo, lo osservavo, lo ritenevo strano solo perché insolito, diverso dagli altri. Lui in fondo non dava realmente fastidio a nessuno. Il fastidio le persone se lo creavano da sole a veder qualcuno far qualcosa fuori dai canoni. Ma poi mi chiedo, quanti solitari ci sono come lui, quanti? Forse troppo pochi. 


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