lunedì 25 marzo 2013

Non sei tu, è l'ennesimo tu a darmi fastidio

Oggi ragionavo sui rari momenti in cui mi innervosisco e mi parte l'embolo. Per una serie di motivi ho la fortuna di essere un tipo, come si suol dire, pacato. Mi piace ridere e scherzare come ogni altro essere umano (normale). 
Da perfezionista quale sono, cerco però di ridurre a zero i momenti in cui l'impazienza entra in gioco. Oggi penso di averne trovato la causa principale: ho troppa memoria.
Come dici? Non c'entra niente la memoria con il nervosismo? Ti sbagli caro lettore, ora ti spiego perché.
Prendiamola larga: immagina un'opera teatrale banale, quasi noiosa. Immagina di doverla rivedere involontariamente per decine di volte, con le battute che, ovviamente, rimangono sempre le stesse, poca roba cambia. Penso che ad un certo punto pure Giobbe (il profeta paziente, non lo scrittore barbuto) possa inveire contro gli attori in scena.
Ora pensa alle tante opere teatrali del quotidiano. Vivendo in un tipico ambiente italiano i dialoghi variano poco. Famiglia, calcio e lavoro sono sempre gli argomenti più gettonati. Così, quando magari per la decima volta parte il solito discorso con le stesse persone, mi ritrovo a dover assistere all'ennesima replica dell'opera: "Colleghi che si lamentano del lavoro" o "Amici e Matrimonio" oppure "La serie A negli anni '90 era bellissima". 
Ovviamente non è colpa di nessuno di quelli che mi stanno attorno. Gli esseri umani normali tendono a dimenticare opinioni, considerazioni e aneddoti altrui.

Io no.

E questo mi fotte alla grande. Mi si crea un problema tutto mio che spesso mi porta all'isolarmi dalle persone che stanno chiacchierando con me, o a osservare silenziosamente quasi in maniera antipatica o, in casi più rari, lamentarmi apertamente dell'ennesima volta in cui l'amico Pinco Pallo racconta quella volta in cui...

La memoria quindi accelera quel fastidio che un essere umano normale vive molto più di rado, grazie alla poca capacità di (voler) ricordare anche l'aneddoto più stupido.
Lo dico spesso, avere troppa memoria è una gran brutta cosa.




lunedì 4 marzo 2013

C'è moda e moda

Non seguo la moda dalla stagione autunno/inverno 1998 della Forrester Creations. 



Questo mi rende il tipico sciattone che si veste il 99% delle volte con un jeans e una maglietta senza farsi troppi problemi sulle etichette che rivestono i suoi capi. Ciò non vuol dire che acquisti solo stracci da pochi euro, ma non sono il prezzo o la moda ad influenzare i miei gusti (per ora).

Ascoltando La Fine del Mondo vengo a scoprire che l'ultima notizia dei media (che non sanno più cosa scrivere di Beppe Grillo) è stata relativa all'utilizzo, da parte del comico, di un comodo piumino, ideato per sport un po' più estremi della corsetta in riva alla spiaggia, ma che si presta benissimo a mettere una barriera fra i suoi occhi e gli zoom dei fotografi.


Non voglio però parlare di Grillo, ma del piumino! O meglio, di come il piumino mi abbia fatto scoprire un nuovo mondo. Andiamo con ordine: la simpatica Selvaggia Lucarelli ha intervistato l'ideatore di questo originale capo d'abbigliamento, ed ha poi pubblicato sul suo profilo Facebook il link a questo attraente modello.


Da lì, mi sono divertito a navigare sul sito e scoprire una serie di capetti niente male. Vorrei invitarvi quindi a capire quanto la moda si sia discostata da voi.
Eccovi alcuni esempi da me molto apprezzati:

Modello 1: Sobrio Tank Top (termine a me noto da poche ore) adatto per tutte le occasioni mondane.




Modello 2: Comodo pantalone per cercatori di arselle, utile anche per conservare i mitili trovati.



Modello 3: Elegante gonna che rivoluzionerà il vostro concetto di virilità, già abbondantemente andato a farsi fottere, considerando gli 875 € necessari per l'acquisto.


Per fortuna il sito è colmo anche di capi d'abbigliamento che non mi hanno fatto slogare la mandibola per lo stupore. A parte i prezzi poco consoni al periodo, alla fin fine non sono così fuori dai tempi. O forse sì...


venerdì 1 marzo 2013

Politica vicina

L'Italia ha votato, più o meno.



Dei 60.870.745 di residenti, 46.906.341 avevano diritto al voto (alla camera). Purtroppo solo 35.271.541 di persone hanno avuto il coraggio di votare. Molti si sono nascosti dietro il "Non mi rappresenta nessuno", anche se in queste elezioni è stato un po' ridicolo. C'era veramente di tutto: le cariatidi che da decenni stanno lì, i tecnocrati banchieri, il movimento cittadino di Grillo, Giannino coi suoi professori e Ingroia con la sua verve.
Se qualcuno non si è sentito rappresentato da nessuno di questi, forse è tempo che cambi nazione, o pianeta. Molto più probabilmente tanti hanno avuto paura di dare il voto a qualcuno di sbagliato, si sono voluti tirare fuori pensando "decidete voi, così qualsiasi cosa ne nascerà potrò criticarla".  
E a questi 11 milioni di codardi, volevo ricordare che ora hanno poco da lamentarsi, i commenti da bar non porteranno a nulla di utile, né a loro, né alla nazione. Mi fanno più ribrezzo di quei 7.332.667 di persone che hanno scelto di apporre la propria X sul simbolo del PDL, perché loro almeno la cazzata, per convinzione o stupidità, hanno avuto il coraggio di farla. (riguardo a questo, il fatto che rappresentino solo il 15,63 % degli aventi diritto e il 12 % di tutta la nazione mi fa ben sperare per il futuro, soprattutto se si considera che nel 2008 avevano scelto PDL 13.629.464 di persone. I rincoglioniti stanno diminuendo, ce la possiamo fare!)

Io, con serenità, ho scelto di votare il Movimento 5 Stelle. Principalmente perché voglio capire cosa può fare un centinaio di cittadini qualunque lì dentro. Voglio capire subito se questo movimento, come sta funzionando bene in Sicilia e in alcuni comuni d'Italia, potrà far qualcosa di buono anche per la nazione o sarà assorbito subito dal vortice viscido della politica degli ultimi 20 anni. 
Ho votato con la speranza di vedere al più presto modificata questa ridicola legge elettorale. In 18 mesi  i vecchi politici non hanno voluto cambiarla sapendo che può venire comoda a tutti, ora spero abbiano capito che così non si governa e questa pluralità di candidati obbliga a un cambiamento. Voglio recarmi al più presto a votare con una nuova legge che mi permetta di scegliere non solo un partito, ma anche una faccia. Lo stesso M5S si è involontariamente avvantaggiato di questa legge elettorale. Non aver dovuto indicare un nome ha permesso a molti di scegliere il movimento come protesta, non come scelta.

Comunque un merito a Grillo e al M5S va dato. Ha riavvicinato gli italiani alla politica. Ormai tutti parlano di percentuali, alleanze e fiducia più che di fuorigioco e moviola. Questo perché, l'italiano medio ha capito che la politica non è così lontana come sembra. Ora tutti hanno capito che arrivare lì, in quell'emiciclo di poltrone non è così complesso. E adesso che la breccia si è aperta speriamo che ne esca la feccia ed entri un po' di aria nuova.