martedì 18 novembre 2014

Ancora Giochi

Rieccoci qua, reduci da un week end ricco di tanti altri giochi. Infatti sabato dopo l'ormai consueta serata del venerdì con il gruppo di GiocaXIII, io e la mia dolce metà siamo partiti verso le fredde lande di Orte per una nuova GobCon.
Andiamo con ordine. Venerdì sera decidiamo di non far troppo tardi quindi ci limitiamo a due giochi abbastanza veloci da noi mai provati: Euphoria e King of Tokyo.
Entrambi sono giochi in cui i dadi sono i protagonisti. Il primo è un gioco pubblicato nel 2013 ambientato in un futuro distopico. Nonostante i dadi, la fortuna ha un impatto decisamente minimo. La durata limitata invoglia a essere rigiocato. Il secondo è invece un gioco ormai diventato un classico che ricrea un Royal Rumble fra i mostri tipici della letteratura e cinematografia giapponese. Un gioco veloce, simpatico che si adatta ad ogni età. 

Sabato mattina, con poche ore di sonno alle spalle, raggiungiamo il solito agriturismo, trovando già un folto gruppo di persone impegnate a giocare. La maggior parte di loro era reduce dai due grandi eventi ludici autunnali: Essen e Lucca. Quindi c'era l'imbarazzo della scelta fra i giochi da provare.

Per nostra fortuna troviamo anche qualcuno libero che ci propone una partita a Hyperborea: gioco italiano, molto interessante, non complesso, con la simpatica caratteristica del "cubetto Building". Sicuramente un gioco che vorrò riprovare. 

Finiamo poco prima di pranzo, giusto in tempo per sentire proporre una partita a Kanban! Io non mi lascio scappare l'occasione e ci predisponiamo a giocare al più bel gioco che abbia provato in questa GobCon: un intricato gestionale ambientato all'interno di una casa automobilistica giapponese (ogni riferimento alla Toyota non è puramente casuale). Nonostante qualche errore nell'interpretazione di alcune regole, la meccanica principale del gioco mi cattura e affascina come di rado era capitato ultimamente. Il gioco finisce anche relativamente in fretta.



Abbiamo così il tempo di predisporre un altro tavolo, questa volta di Alchemist, l'unico gioco che avevo già provato (anche se solo una volta). Rigiocarlo mi ha fatto apprezzare ulteriormente il gioco, confermandomi però come mi diverta molto più a risolvere l'enigma logico degli 8 ingredienti da abbinare alle 8 molecole, che a tentare la vittoria.

Non avevamo ancora finito Alchemist che era pronto un tavolo di Avalon ad aspettarci. Finalmente provo questa evoluzione di The Resistance (gioco a me molto caro). Un tipico gioco con ruoli segreti in cui i buoni devono individuare i cattivi. Un'ottima fusione tra le meccaniche snelle e veloci del gioco base (in cui non c'è bisogno di un moderatore esterno e non ci sono eliminazioni) e tanti ruoli, in stile Lupus in Tabula, che permettono a molti di sapere qualcosa anche se non tutto. Partita che mi diverte parecchio, anche se ritrovandomi a fare Merlino (il personaggio più importante fra i buoni), non sono stato capace di far valere le mie teorie tra i miei compagni, sovrastato dai "cattivi" che con maggiore esperienza, hanno tenuto banco per tutta la partita. Fra di loro si celava anche mia moglie che ha permesso la vittoria finale della sua squadra con abili mosse strategiche.

Finito Avalon, si spende qualche minuto per le tipiche analisi post partita e poi si va a dormire (noi, molti altri sono rimasti lì a giocare fino a tardi!).

La mattina, dopo una buona colazione e un poco di indecisioni, riesco a intrufolarmi in un tavolo di Zhanguo: simpatico e interessante gioco card-driven ambientato nell'antica cina anche se realizzato da due italiani (anche questo è da riprovare). 

Finiamo poco prima del pranzo e così, avendo una mezz'ora libera, mi fanno provare Splendor. Gioco che vedevo spesso ultimamente, ma non riuscivo mai a giocare. Un po' mi ha deluso, ma sicuramente è un ottimo filler.

Dopo pranzo ho avuto il piacere di giocare a un bellissimo cooperativo: "Imbusta le carte di Arkham Horror". Ci siamo infatti ritrovati a disimballare l'espansione di un bel gioco che avevo sentito nominare spesso: Arkham Horror. Purtroppo le operazioni di preparazione della plancia e la spiegazione si sono dilungate, non permettendoci poi di completare la partita al gioco. Dovremo rimediare al più presto!

Ottimo week end che, come l'altra volta, spero di poter replicare il prima possibile.

sabato 8 novembre 2014

Stefano Bollani in Teatro Argentina

Nel 1999 uscì un album di Elio e le Storie Tese (Craccracricrecr) che, fra le varie perle, conteneva il brano "La bella canzone di una volta" con una particolare introduzione di... Johnny Dorelli. In realtà ascoltandola attentamente si capiva che si trattava di un imitatore. Incuriosito come sempre andai a cercare chi fosse e, in questo modo, lessi per la prima volta il nome di Stefano Bollani



Sono passati quindici anni e Lunedì (3 Novembre), nella bellissima cornice del Teatro Argentina, ho avuto il piacere per la prima volta di vedere e, soprattutto, ascoltare dal vivo il talento di Stefano Bollani. Non sono un fine esperto di musica jazz, ma Bollani, con raro talento, riesce a reinterpretare in chiave ludica e ironica questo genere rendendo più semplice e interessante l'ascolto anche a modesti ascoltatori come il sottoscritto. Questa sua caratteristica amplia sicuramente il suo pubblico, anche perché riesce a intrattenere la platea tra un brano e l'altro con un naturale umorismo. In oltre un'ora e mezza abbiamo potuto così ascoltare diverse riproposizioni di brani più o meno noti, come "Cheek to cheek" e "Non ci vo". Geniale la splendida rivisitazione di "Symbolum 77".
Tra l'altro è stato bello gustarsi dal vivo un suo classico: il medley a richiesta. Chiedendo direttamente al pubblico, Bollani si diverte a stilare una lista di 10 canzoni che poi miscela con la sua fantasia.

La parte ancora più nobile di tutta la serata era lo scopo benefico. Lo spettacolo era infatti organizzato dall'associazione Sunshine4Palestine che, grazie all'impegno di giovani talenti italiani e non, sta cercando di dare "luce" alla striscia di Gaza. Il gruppo cerca infatti di raccogliere fondi per l'installazione di pannelli fotovoltaici in una terra in cui normalmente la corrente elettrica funziona solo per poche ore al giorno.
Una serata veramente unica.