martedì 31 dicembre 2013

Buoni Propositi.

Questo 2013 è stato ricco di tante piccole soddisfazioni, la cui somma l'ha reso un ottimo anno. Egoisticamente parlando, potevo pretendere e sperare molto di più, ma guardandomi attorno, nella città in cui vivo, nella nazione in cui vivo, mi sembra sempre più di essere un privilegiato.
Il privilegio non è tanto in ciò che ho, ma in ciò che sono. Come il miglior animale nel peggiore e ostili dei territori, mi sono adattato al meglio a vivere in una società ormai arida di idee e onestà. Riesco a vivere felice. Riesco a vivere. 
Qualcuno dice che ormai gli italiani non vivono, sopravvivono. Io sono di un'altra idea, ma lascio ai vecchi e ai futuri post spazio a questo pensiero.
Quello che volevo fare qua è un piccolo elenco di propositi per il prossimo anno. Non ne ho mai fatti, anche perché ho sempre sognato in grande e vissuto la realtà, passando così da utopici progetti a lungo termine a realizzazioni di piccole e impulsive idee dell'ultima ora: i progetti a medio termine non fanno per me.
Questo 2013 mi ha insegnato però in vari modi (amici, canzoni, libri) che non abbiamo il tempo per fare tutto quello che vorremo. Questo soprattutto perché, mentre il tempo si fa sempre più risicato, le cose che uno vorrebbe fare si moltiplicano. La cultura coltiva la conoscenza. Nonostante la mia pigrizia, la curiosità è sempre viva e vogliosa. Ecco perché voglio provare a elencare in maniera più o meno seria ciò a cui vorrei dedicare più tempo nel 2014:

- Leggere di più. Lo smartphone mi aiuta a farlo nei tempi e momenti più scomodi. Ritengo che comunque sia ancora poco il tempo che dedico ai tanti saggi e romanzi che mi vengono consigliati e regalati.

- Informarmi di più, informarmi meglio. Ci sono tanti blog che ci offrono un giornalismo moderno migliore dei giornali e telegiornali di propaganda che ci inquinano le idee.

- Recuperare il tempo perduto vedendo tutti quei film che ogni uomo dovrebbe vedere nella propria vita (da solo o in compagnia).

- Organizzare meglio la selezione e la visione delle serie TV.

- Giocare di più. Giocare ai giochi giusti con le persone giuste.

- Frequentare di più le persone con cui mi trovo meglio e meno le persone con cui mi trovo peggio.

- Prolificare.

- Iniziare a esplorare meglio i bellissimi luoghi che mi circondano. Provo sempre a organizzare lunghi e bellissimi viaggi verso tutte le capitali europee, una cosa che spero di fare, ma che non deve escludere posti molto più vicini a Roma e, forse, più interessanti.

- Scrivere più spesso in questo blog. Non so per quale motivo, ma scrivere è per me e un ottimo antistress.

- Ultimare, pubblicare e stampare il ridicolo romanzo che è lì da anni in quella cartella di Windows a far la polvere.

- Giocare un po' di più e un po' meglio a Poker Texas Hold'em. Nonostante il gran caos che ancora oggi si fa in Italia su questo "sport", credo sia rimasta una delle più rare forme di guadagno onesto che abbiamo a disposizione.

-  Dormire meglio. 

- Colmare quel vuoto musicale che ancora rimane, andando a ripescare e ascoltare le discografie dei geni del ventesimo secolo a cui ho sempre dedicato meno tempo del dovuto. Uno su tutti: Frank Zappa!

- Sorridere ancora di più, anche a rischio di sembrare scemo, tanto del giudizio altrui poco importa, almeno i nostri sorrisi diffondono serenità a noi stessi.

- Smettere di fare elenchi.

Chissà quanti di questi punti verranno messi in pratica. Nel frattempo: Buon 2014!



mercoledì 11 dicembre 2013

iDieci iComandamenti

Un uomo barbuto è noto soprattutto per una sua frase: "La religione è l'oppio dei popoli". Una frase interpretata in tante sfumature diverse ma che fa capire come l'essere umano, più o meno dotto, ha sempre cercato una facile risposta a qualcosa a lui ignoto.
Un prete del mio paese, tanti anni fa, ci veniva a trovare spesso mentre facevamo catechismo all'oratorio (ebbene sì, anche io ho un passato oscuro). Fra le varie "prediche" gratuite, un giorno ci fece una domanda che non capii per tanti anni. O meglio, non capii la risposta. Ci chiese più o meno: "Chi sono i nuovi dei a cui l'uomo si sta paurosamente avvicinando?". Qualcuno facendo il figo buttò lì un Allah, venendo però tacciato dall'antipatico prete. La risposta che ci diede fu: "Il dio calcio! Il dio televisione". La religione cattolica voleva il monopolio sulla distrazione di massa. Ma stiamo parlando dei primi anni '90. Quell'odioso prete non poteva neanche immaginare ciò che sarebbe arrivato negli anni a seguire.
Nei decenni successivi sono arrivati tanti nuovi profeti. Ma il migliore, colui che ha centrato l'obiettivo è Steve Jobs.



La sua storia ha qualcosa di biblico. La parte per me più bella è quella iniziale, ben raccontata nel film I Pirati di Silicon Valley, in cui il giovane Steve riesce a sviluppare al meglio un impero, per poi riuscire a perderlo. Una storia dalle tante morali.
Quello che è successo dal 1997, dopo il reinserimento nella società da lui stesso fondata, ha però l'aspetto più profetico. Arrivati in un'era tecnologica in cui si poteva realizzare qualcosa di inimmaginabile anche solo dieci anni prima, l'ormai attempato Steve inizia a dettare legge su ciò che sarebbe stato un percorso che tutto il mondo avrebbe seguito. 
Ha imposto la religione della tecnologia. 
Ora, grazie a lui, il popolo ha lasciato il rosario nel comodino e ha impugnato lo smartphone. Nessuno può più vivere senza il suo tablet, anche se non sa bene cosa farci. L'importante è averlo e avere fede nelle App che lo store gli ha donato (a pochi €).
Steve ha dettato legge:

1) Non avrai altro smartphone all'infuori dell'iPhone.
2) Non nominare il nome di Google invano.
3) Ricordati di santificare l'Apple Store. 
4) Onora il tablet e la mela.
5) Non jailbreakkare.
6) Non comprare App impure.
7) Non rubare (compralo!)
8) Non brevettare falsa testimonianza.
9) Non desiderare il sistema operativo altrui.
10) Non desiderare l'App Store altrui.

Apple.

sabato 7 dicembre 2013

Dieci Piccoli Bug

Non amo scrivere molto del mio mestiere. Questo blog è un luogo di evasione e riflessioni trasversali. Spesso passo da qua cercando proprio di staccare dalle 40 ore settimanali che mi vedono concentrato in astruse righe di codice. Il mio lavoro, inoltre, è di difficile comprensione per chi non abbia mai avuto a che farci e quindi ho sempre il timore di parlare di cose note ai colleghi e incomprensibili per chi non abbia un minimo di cultura informatica. Oggi però voglio provare a descrivere le fantastiche avventure che possono celarsi dietro ad un Bug.



Cos'è il bug? Per i programmatori partenopei potrebbe essere l'apostrofo invisibile fra le parole chitemuort. Per chi non ha idea della continua frustrazione che deve provare l'operaio del terzo millennio (il programmatore), proverò a descrivere uno degli elementi più sadomasochistici del mio lavoro.

Capita raramente, per vari motivi (alcuni descritti in questo mio post dell'anno scorso), di scrivere un software perfetto, privo di errori. Per questo si passa più tempo a fare test che a scrivere codice. Mentre tutti gli errori grossolani sono subito evidenti, i bug a cui mi riferisco in questo post sono quelli che si nascondono (a volte anche per anni) dietro una particolare combinazione di concause.
Capita così, per esempio, che l'inserimento dei dati su una pagina di un sito internet su cui stai lavorando funzioni benissimo sul tuo PC e su quello dei tuoi colleghi ma, una volta pubblicato nel server di collaudo, vada in errore. 
Si parte così alla ricerca del bug. La ricerca può durare minuti, ore o anche giorni. La conseguenza finale (la pagina web che va in errore) è spesso l'ultima delle conseguenze di una serie di reazioni a catena che si innescano fra le varie istruzioni del codice: questo comporta una ricerca non banale.
Il bug ci fa così diventare uno e trino: carnefici, vittime ed eroi. Dobbiamo infatti risolvere velocemente l'intricato enigma che noi stessi abbiamo generato involontariamente, sottraendo tempo al lavoro rimanente.
C'è da dire che a volte ci ritroviamo anche a correggere software scritto da altri colleghi, ma in questi casi, come il gruppo di lavoro di House, ci si unisce e si fa brainstorming. Per questo si diventa tutti vittime, carnefici ed eroi. Si ipotizzano svariate teorie, si fanno prove, controprove e si cerca di arrivare alla causa: l'origine del male. Ma, proprio come in una serie-tv procedurale, quando ci sembra di essere vicini alla soluzione ci si ritrova con un buco nell'acqua. Il bug sembra quasi che ti derida, in questo nascondino virtuale in cui la logica sembra essere andata in ferie. Ad un certo punto tutto sembra essere stato ipotizzato, ogni controllo essere stato fatto. E poi non rimase nessuno, come il titolo del bellissimo romanzo di Agatha Christie (tradotto tristemente in "Dieci Piccoli Indiani"). Spesso, proprio in quel momento vedi la luce in fondo al tunnel (sperando che non sia un treno che ci venga contro, come dice un mio collega) e trovi l'indizio che ti porta sulla giusta strada. Percorrendo a ritroso tutti i passaggi arrivi così a scoprire il colpevole!
La soddisfazione che si prova in questi casi è quasi orgasmica: veloce ma intensa. Si prova un piacere aggiuntivo se poi scopri che il problema è dovuto ad una causa esterna al tuo software.
Un lavoro strano il nostro, forse un po' masochista, forse un po' operaio, forse un po' da matti.
Un lavoro che può dare però tante piccole soddisfazioni.

venerdì 22 novembre 2013

Regali Cazzoni

Nel cazzeggiar felici, tipico del venerdì sera, ci si imbatte talvolta in bellissimi siti. Oggi mia moglie ha scoperto questo: DoxBox.

Vi consiglio vivamente un tour panoramico fra le decine di gadget suddivisi nelle varie categorie. Mi limito a mostrarvi queste tre perle:


Questo oggetto permette a giovani fidanzatini di evitare l'onicofagia e lo scaccolamento compulsivo. Tramite questo simpatico gadget sarà possibile decapitare impunemente decine di bambini antipatici. Chi dovesse decidere di acquistarne due, potrà divertirsi con dei bellissimi e caldissimi girotondi.



Se anche voi donne volete provare la bellissima sensazione di venire strangolati da un dipendente di Equitalia, questo è il vostro oggetto. Finalmente avrete al vostro fianco qualcuno che eviterà di sottolineare le vostre smagliature e sarà sempre pronto ad un morbido abbraccio. Il vostro amore durerà per sempre, finché infeltrimento non vi separi.


Siete stanchi di sacrificare la cultura per colpa di una banale cervicale? Non volete più fare brutta figura quando qualcuno sottolinea le vostre lacune? Questo è l'oggetto che fa per voi. Le ricerche nello spazio hanno permesso alla NASA la creazione di questo oggetto fondamentale per non diventare dei moderni Giacomo Leopardi, imbruttiti da sette minuti di lettura matta e disperata.

Se anche voi eravate indecisi su cosa regalare a Natale, ora non avrete più dubbi.

martedì 12 novembre 2013

Un sogno del KuTso

L'ultima notte, come raramente mi succede in questi ultimi mesi, ho dormito un sonno molto profondo. Uno di quei sonni che mi lascia dormire sullo stesso lato del braccio per sei ore consecutive, facendomi perdere l'uso delle dita.
Durante questi sonni così pesanti, sogno delle cose che ricordo poi molto bene al risveglio.
Oggi ho sognato questo.

Stavo andando in auto verso Cagliari (anche se né la strada né gli edifici mi ricordavano la città) con mio fratello Cesare, X e Y (due tizi antropomorfi che non mi ricordavano nessuno in particolare). Ad un certo punto mi accorgevo di essere in riserva, per fortuna eravamo quasi arrivati. Dopo aver parcheggiato, entravamo in un edificio moderno (ulteriore prova che la locazione di Cagliari fosse un po' a cazzo nel sogno) al cui interno, in una bellissima sala, stava per iniziare un torneo di Poker Texas Hold'em. Lì vedevo tanti volti a me noti: conoscenti, amici e colleghi di lavoro (tipico nei miei sogni). Giocavamo questo torneo fino ad un'ora imprecisata. Non ricordo se vincevo o perdevo, ma sicuramente rimanevamo fino a tardi. Decidevamo quindi di andare via (sempre io, Cesare, X e Y). Tornavamo all'auto e imboccavamo la strada del ritorno. Le stazioni di servizio però erano chiuse (nel sogno il "fai da te" non esisteva) e rimanevamo così, di lì a poco, senza benzina in un quartiere periferico della città.
In prossimità dell'alba, con le luci appena accennate, cercavamo aiuto. E come si cerca aiuto se non entrando in un edificio semi-abbandonato? La mia fantasia deve aver visto troppi film horror made in USA. 
Decidevamo di entrare in questo palazzo, all'apparenza deserto, dalle mura grigie, senza un quadro, senza un mobile, che ricordava una via di mezzo tra una casa popolare e un edificio di Duke Nukem 3D
Cosa avranno fatto secondo voi i quattro cogl... eroi del sogno? Hanno deciso ovviamente di addentrarsi nei vari piani del palazzo, tra l'altro sparpagliandosi. 
All'improvviso, un gruppo di scapestrati con un abbigliamento abbastanza ambiguo (una via di mezzo fra "gli altri" di Lost e dei debosciati di San Lorenzo), sentendosi minacciato dalla nostra presenza, spuntava fuori da non si sa bene dove. Alcuni entravano anche dalla strada. In pratica eravamo circondati (e divisi). 
Cosa può fare il mio alter ego onirico, noto per la destrezza di un bradipo ubriaco, in una situazione come questa? Scappare? No! Si butta nella mischia come in una Royal Rumble.
Dopo una serie convulsa di scaramucce con alcuni di questi loschi figuri, finivo in una piccola stanza con uno di questi bruti intento a tenere in mano due bottiglie di vetro, apparentemente vuote. 
Iniziavamo così a girare intorno l'uno intorno all'altro, come due tigri in fase di studio.
Ad un certo punto mi ritrovavo con le spalle alla finestra e il mio avversario, più vicino alla porta, spaccava le bottiglie sul pavimento, scappando dalla porta e chiudendomi dentro.
Rimasto sorpreso da quella mossa e indeciso sul da farsi, mi rendevo conto che dalle bottiglie si sprigionava una sorta di gas incolore e inodore, che iniziava a creare una strana reazione con il mio corpo.
Tentavo allora di uscire dall'unico pertugio: la finestra.
In pratica il gas stava paralizzando velocemente i miei muscoli, lasciandomi incastrato fra le ante in legno della finestra in perfetto equilibrio. 

La scena scattava in avanti nel tempo improvvisamente, facendomi vedere la situazione presumibilmente qualche ora dopo. Con un sole già alto, mi ritrovavo circondato da alcuni agenti di polizia, dall'aspetto ben poco sardo, che mostravano a mia moglie il corpo in equilibrio (mica mi avevano tolto da lì), dandomi per morto.
Disperazione!
Che fine abbiano fatto Cesare, X e Y il sogno non me lo dice, fatto sta che io stavo lì, come un baccalà in bilico.
Mia moglie, fra una lacrima e l'altra, notava però un mio impercettibile movimento dell'indice della mano destra (che colpo d'occhio!). 
Nonostante i medici ipotizzassero degli strani spasmi post mortem, lei credeva che io fossi vivo, e aveva ragione! Troppo forte, anche nel sogno, mia moglie.
In pratica mi trovavo in una completa immobilità (tranne l'indice della mano) ma sentivo e vedevo tutto. Tramite una serie di domande dicotomiche riuscivamo a stabilire una forma di dialogo.
Venivo trasferito a casa. L'effetto del gas immobilizzante sembrava non essere eterno. Riuscivo infatti dopo qualche tempo a muovere tutta la mano. 
Durante quella lunga convalescenza...

... suona la sveglia! La spengo, saluto mia moglie, mi riaddormento...

... Il sogno riprendeva mostrandomi ormai quasi completamente riabilitato, nella vita di tutti i giorni (a Roma però, non più Cagliari). In una mattina, mentre andavo al lavoro (a piedi) incontravo un vecchio conoscente, un certo Luca, lo salutavo ma lui non ricambiava.
La sera venivo a sapere che nel pomeriggio Luca aveva contattato mia moglie, chiedendole di rivederci una sera a cena.
Decidevamo così di invitare lui e il gruppo con cui suona da qualche anno.
Il sogno finiva così con me e mia moglie intenti a cenare con i Kutso!






sabato 9 novembre 2013

Lucca Comics & Games 2013

Finalmente, dopo anni di tentativi a vuoto, questo 2013 mi ha dato quel minimo di spirito d'iniziativa per organizzare un breve ma intenso viaggio verso il Lucca Comics & Games.



Vista la decisione dell'ultimo minuto, mi sono trovato costretto a prenotare un albergo a Firenze. In realtà la scelta è stata tattica in quanto avevamo, proprio dal capoluogo toscano, un passaggio in auto verso Lucca. 

Giovedì 31 Ottobre, nonostante un GRA in tema con Halloween (il traffico faceva veramente paura), subito dopo il lavoro io e la mia dolce metà ci siamo avventurati verso Firenze. L'hotel ci ha accolto benissimo offrendoci un comodo posto auto gratuito (pazienza fosse all'aperto); ottima cosa visto che a Firenze non esistono i parcheggi gratuiti.

Venerdì 1 Novembre, come d'accordo, la nostra coppia d'amici ci ha raccattato dall'albergo e ci ha portato verso Lucca. Dopo un parcheggio tattico ci siamo uniti alla fiumana di persone che iniziava ad invadere il centro storico. Presi i biglietti (oltre 100 metri di fila), ci siamo avventurati nel mega-padiglione ludico, in cui decine di stand ci offrivano giochi di ogni genere. La bramosia di comprare tutto era alta, ma il mio solito autocontrollo ha salvaguardato il portafogli. Se volete approfondire la varietà di stand e giochi proposti potete leggere questo post (cliccate qui).
L'unico acquisto è stato il bellissimo Galaxy Trucker, vecchio desiderio divenuto realtà visto l'ottimo prezzo. In tarda mattinata ci siamo accorti che la folla aumentava minuto dopo minuto e abbiamo deciso, dopo aver visitato tutti gli stand, di uscire e andare a cibarci prima del pomeriggio sonoro.

Fra le vie della città ovviamente eravamo circondati da cosplayers di ogni tipo: da quelli più semplici a quelli più sofisticati, da quelli più vintage ai più moderni. Un buon modo per rendersi conto di ignorare tantissimi manga e relativi cartoni animati. I miei preferiti sono stati questi.




Dopo un panino con la porchetta (non molto tipico di Lucca, ma utile a immagazzinare le calorie necessarie per sopravvivere a tutta la giornata) siamo tornati al palco, dove il nostro amico nel primo pomeriggio, insieme al gruppo degli Shin Bishoonen, ci ha deliziato le orecchie con un'ora e mezza di sigle dei cartoni animati.


Il gruppo si è divertito a proporre i loro brani preferiti, più o meno noti.


Molto divertente la sfida fra le due versione di Lady Oscar (per fortuna ha vinto la versione dei Cavalieri del Re!).


Molto toccante il momento in cui Lucca ha danzato sulle note "fisarmonicate" di Lupin III.



Alla fine del loro concerto ci siamo avventurati nell'area comics, al centro di Lucca, in cerca di un posto a sedere e di un albo speciale.



Alle 19:00 siamo ritornati di nuovo al palco, dove i I Raggi Fotonici & Friends hanno riproposto una carrellata di sigle in diretta su RadioAnimati.
Si sono così fuse le nuove sigle a quelle vecchie con le preziose collaborazioni di grandi interpreti del passato.
Claudio Maioli con la riproposizione della sempre stupenda sigla di Ken il Guerriero


Mauro Goldsand con le sigle di Carletto, il principe dei mostri


e la "prestigiosa" partecipazione di Alberto Tadini con le sigle di Atlas Ufo Robot



Alla fine del concerto, più imbucati che mai, abbiamo avuto l'onore di partecipare alla cena riservata ai musicisti. Le nostre gambe hanno gradito soprattutto la comoda sedia e, come capita in occasioni simili, la stanchezza si è fatta sentire subito. Dopo un pasto veloce e stupendi discorsi sulle sigle dei cartoni animati abbiamo affrontato il viaggio di ritorno verso Firenze. Il letto dell'albergo è stata la ciliegina sulla torta dopo questa splendida giornata.

Il mattino seguente, dopo una veloce passeggiata per il centro di Firenze, ci siamo regalati un ottimo pranzo alla Trattoria del Pennello!



Il rientro a casa è stato così più sopportabile!


sabato 12 ottobre 2013

ZeroCalcare

Qualche tempo fa, in quella meravigliosa centrifuga di Facebook, apparve magicamente nella mia home il link ad un blog a me ignoto: ZeroCalcare (se clicchi per magia ti si apre il suo blog, non è colorato a caso).
Così come in casi simili, mi sono divertito a spulciare i suoi post, dai più vecchi ai più recenti, scoprendo e ammirando allo stesso tempo un genio contemporaneo del fumetto.
ZeroCalcare, come Ellery Queen, è sia lo pseudonimo dell'autore che il nome del protagonista delle storie. Nelle vignette possiamo scoprire le sue (dis)avventure nella vita contemporanea di una Roma molto italiana, nei suoi difetti e nei suoi pregi. Uno spaccato ironico (esilarante in molti casi) di un figlio degli anni '80, cresciuto fra Cavalieri dello Zodiaco e Mammuth (come ricorda anche Wikipedia nella pagina di Rebibbia, "...Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce un esemplare di Mammuth. Questo fatto è citato anche nel fumetto "La profezia dell'armadillo" del fumettista italiano, originario di Rebibbia, Zerocalcare...").
ZeroCalcare non è un figo, un figlio di papà o del consumismo, ma un ragazzo semplice che cerca di affrontare la vita facendo ciò che gli riesce meglio: disegnare.
Grazie al generoso regalo di mia moglie, ho avuto la possibilità di leggere le sue due prime opere in versione cartacea.


Una peculiarità del suo raccontare la vita è il rappresentare le sue emozioni in forma animalesca, dall'armadillo al polpo, o di cartone animato, come nel caso del saggio David Gnomo. Una versione fumettistica del telefilm "Ma che ti passa per la testa".
I due libri, come i suoi post, raccontano le tipiche esperienze infantili-adolescenziali che hanno segnato ognuno di noi. Quasi tutte le situazioni raffigurate, tipiche della vita scolastica e post-scolastica, ci hanno visto protagonisti o quanto meno spettatori. Ognuno di noi ha avuto a che fare con bulli,  secchioni, ricconi e disadattati. ZeroCalcare racconta però tutto ciò con sagacia, originalità e una grossa dose di autoironia.

Mi ha fatto riflettere come l'autore sia riuscito, a piccoli passi, ad arrivare ad una popolarità più che meritata, soprattutto grazie ad internet. Le sue storie attraggono la mia generazione perché esprimono le stesse paure, timidezze e difficoltà provate da molti di noi a cavallo di queste ultime decadi. ZeroCalcare ci ricorda quanto le persone siano molto simili, nonostante aspetto ed estrazione sociale diversi; ci ricorda come il talento e la capacità non vestano per forza di marca. Potremmo ogni giorno, in metropolitana, alla mensa o al pub sotto casa, aver di fianco un genio ed etichettarlo come uno qualunque solo perché non ha ancora trovato il mezzo per esprimere il suo talento.
ZeroCalcare lo fa con i fumetti e lo fa "fottutamente" bene.

domenica 29 settembre 2013

Il tradimento di una notte.

Neanche l'autore della fiction più ridicola di Mediaset poteva ideare questa crisi di governo. Una crisi dettata dall'ex Cavaliere Silvio in questa domenica di settembre.
29 Settembre.
Il tradimento di una notte, come parecchi lustri addietro ideava Mogol nella canzone resa famosa sia da Battisti che dagli Equipe84.
E così, il simpatico Silvio si è regalato queste simpatiche dimissioni dei ministri. Chissà, forse l'ha fatto anche per fare un regalo allo smacchiatore Bersani che, come il più famoso premier, compie in questo strano giorno 62 anni, nello stesso anno in cui, nonostante le elezioni vinte(?) si è dovuto vedere ridicolizzato da un governo Letta-Alfano.



lunedì 16 settembre 2013

Fantozzi aveva ragione

Chi non ha mai visto un film di Fantozzi alzi la mano! Lei, in terza fila, esca da questo blog!
Fantozzi può far più o meno ridere; sicuramente la satira sociale degli ultimi film si è annacquata quasi nello stile cinepanettone in voga negli ultimi venti anni. Però, soprattutto nei primi due film tratti dai medesimi romanzi scritti da Paolo Villaggio, il mite rag. Fantozzi incarna alla perfezione il disagio sociale del dipendente italiano poco avvezzo al consumismo importato dagli U.S.A. A partire dagli anni sessanta si è vissuto un periodo storico particolare per chi, nato nella piena seconda guerra mondiale, si ritrovava in un ambiente classista e spietato: il terziario moderno.
Quel sistema piramidale, dal megadirettore galattico alla base dei dipendenti schiavizzati, ha dominato in questi ultimi quarant'anni fino ai giorni nostri. L'Italia si è fermata allo stile fantozziano, applicando quel pattern a quasi tutti i suoi settori aziendali. Questo ha avuto senso per i primi decenni, ma in questi ultimi anni, in un periodo in cui uno smartphone può sostituire il ruolo di tre livelli diversi, ci si ritrova un esubero di persone in grado ormai solo di scaldare sedie.
Nel mondo informatico il paradosso è ancora più accentuato. Mentre negli U.S.A. le più grandi aziende (non solo Google) stimolano e ottimizzano il lavoro dei propri dipendenti con ambienti di lavoro ottimali e pensati per loro, in Italia ancora si fa fatica a immaginare uno stile diverso da quello di Fantozzi.
Per fortuna la società per cui lavoro si distacca da questi sistemi ormai obsoleti, però quando, di passaggio presso un cliente, mi ritrovo a lavorare presso un sottoscala, il dubbio mi sovviene.



domenica 15 settembre 2013

Il social è poco social

Un paio di anni addietro parlavo di come le persone si conoscevano e interagivano in questi decenni anche grazie a internet: (clicca qui per rileggere il vecchio post).
Questi ultimi tempi hanno però modificato, forse in peggio, il modo di interagire(?), perlomeno qui in Italia. L'egoismo e l'ignoranza hanno prevalso sull'aspetto socializzante di siti come FaceBook e, soprattutto, Twitter.
Per la maggior parte delle persone infatti si sono innescati dei meccanismi per cui il social network non è più un luogo dove conoscere altri, ma un posto dove far conoscere se stessi, mirando alla massima popolarità. La differenza sembra minima ma invece diventa colossale. In qualche modo si è riusciti a creare una scala sociale anche sul web dove, per assurdo, tutti dovremmo essere (giustamente) sullo stesso piano. 

L'altro terribile aspetto della situazione è la continua mancanza di contenuti e cultura in ciò che si scrive. Una semplice chat ti obbligava a interagire col dialogo. Se poi questo fosse intelligente, demenziale, volgare o un insieme di queste cose poco importava. La semplice e nuda chat ci obbligava a parlarci, a confrontarci. Ora invece si "condivide" e ci si limita ai "mi piace" (o si "stellina" nei preferiti su Twitter). 
Nonostante la condivisione abbia un senso quando misurata, mirata e finalizzata a condividere un messaggio utile e originale con gli altri, spesso viene abusata, diventando un inutile e fastidioso cinguettare di usignoli ignoranti che non avendo altro da dire entrano in loop, dimostrando la loro pochezza di argomenti (come evidenziato dal perfetto collage concessomi da UomoMordeCane).



Probabilmente è vero che prima, ad una banale chat, ci accedeva qualcuno con un intelletto un poco superiore alla scimmia ammaestrata, una persona con una cultura superiore a quella dell'attuale utente medio social.
La facilità e la possibilità di utilizzare i moderni social network, oltre essere diventata una moda, permette anche di vedere più a largo raggio chi e come sono e cosa pensano gli italiani.

domenica 25 agosto 2013

Ci sono ricascato

Ebbene sì, ci sono ricascato. Ho trascurato la mia tana in questo mese d'Agosto ricco di novità e piccoli impegni. 
Non che abbia fatto chissà che. Mi sto occupando del solito trasloco degli anni dispari... dovete sapere che per contratto con la produzione di Roma non posso soggiornare per più di 2 anni nello stesso appartamento. Per questo motivo ci stiamo spostando in zona di Fiumicino dove, forse, per 3 anni ci permetteranno di stare nello stesso appartamento! 

Inoltre, nonostante quest'anno fosse il primo in cui avessi delle ferie degne di tale nome, ho dedicato solo due settimane alle mie vacanze, suddividendole salomonicamente fra la Puglia e la Sardegna.
Puglia di cui abbiamo una diapositiva:


La Sardegna ci ha accolto con un mare in tempesta ma ci ha poi regalato una settimana perfetta.


Ed eccoci qua, agli sgoccioli di questo rilassante Agosto 2013, pronti a concludere il trasloco e iniziare un nuovo trantran lavorativo. 

sabato 27 luglio 2013

Igudesman and Joo ai Giardini della Filarmonica


Ci sono delle cose al mondo che meritano di essere viste, prima o poi. Spesso si tratta di monumenti, a volte di opere d'arte, in questo caso si tratta di Igudesman and Joo.




Per chi non conoscesse questi due geni della musica, questi video (è un link, cliccaci sopra!) potrebbero essere d'aiuto. Provare a descrivere ciò che fanno è inutile e complesso quanto descrivere un sapore o un'emozione: bisogna provarli. Il saper giocare con la musica (non solo quella classica) fa di loro dei veri e propri artisti moderni. Le loro invenzioni uniscono un talento sopra la media, una fantasia immensa e tantissima (auto)ironia. 
Il 26 Luglio, seduto comodamente al fresco dei Giardini della Filarmonica, ho potuto assistere al loro nuovo spettacolo: "And now Mozart".
In realtà il genio austriaco è solo uno spicchio del loro spettacolo di oltre due ore, che offre brani e rielaborazioni di tantissimi artisti: Bach, Schubert, Chopin, Mahler sono solo alcuni esempi.
Ammirevole anche la capacità di proporre i loro sketch in italiano.



Insomma, se nel loro tour europeo passano dalle vostre parti, non esitate!


giovedì 25 luglio 2013

Elio e Le Storie Tese in Villa Ada

Il 23 Luglio ho avuto il piacere di assistere alla tappa romana del Tour Biango di Elio e Le Storie Tese, svoltasi al delizioso laghetto di Villa Ada.


Il concerto è andato oltre le più rosee previsioni: sold out. Isola strapiena e chi si è ritrovato le porte chiuse ha assistito dalle sponde del lago, qualcuno addirittura è arrivato dall'Europa col gommone. Due ore di musica ad alti livelli. Un concerto eseguito da cinquantenni che suonano sempre con l'energia e l'intensità di un gruppo di giovani appena usciti dalla sala prove.
La scaletta, ovviamente, ha regalato molte canzoni estratte dal loro ultimo album contornate da classici brani e qualche gradito ritorno.

Intro Medley
Si inizia con un medley musicale in cui vengono shakerati molti pezzi de "L'album Biango" con un arrangiamento da brividi.

Servi della Gleba
La prima canzone ci riporta al loro secondo album, con l'inevitabile telefonata di Faso. Telefonata che gli permette di vedere il lato positivo nell'avere una scopa in culo per ramazzare la stanza.

Dannati Forever
Si apre la carrellata di canzoni del nuovo album partendo proprio da dove inizia l'album. Questo pezzo, più l'ascolto e più penso che avrebbe dovuto vincere Sanremo, ma si sa, al popolo bue se gli fai ascoltare più di una nota, si spaventa. Degno di nota anche il diabolico Mangoni a fine pezzo.

La canzone mononota
Si prosegue con la canzone tanto amata dal popolo bue, che viene apprezzata e cantata da tutta l'isola. Un vero tormentone. 

Lampo
Ho gradito ascoltare per la prima volta dal vivo questo pezzo da me molto amato. Il brano, poco noto a chi non ha ascoltato il nuovo album, ironizza sulla pressante e maniacale voglia dei fan di voler fare sempre foto (e video) con il simpatico complessino. Forse l'unica canzone in cui in pochi hanno osato scattare una foto! Inoltre, come se non bastasse, le luci dal palco hanno restituito tutti i flash ricevuti in questi trent'anni di carriera! Bellissimo il "giovane" Mangoni, parodia del fan dagherromane.

Il tutor di Nerone
Seneca diceva che la vita non è corta come sembra, ma non si può perder tempo in cazzate; se lo dice il tutor di Nerone, un po' di attendibilità l'avrà. Il giovane Carmelo (Vittorio Cosma, sostituto di Rocco Tanica in questo tour), scartato da Amici di Maria de Filippi ma voglioso di cantare, regala, non solo in questa canzone, una prestazione degna dei colleghi più noti al grande pubblico presente a Villa Ada.

Il ritmo della sala prove
Riascolto volentieri questo pezzo molto adatto al concerto. Un omaggio a chi, ai primordi, partendo dai cartoni di uova cerca di arrivare a sale molto più importanti.

T.V.U.M.D.B.
Pezzo ormai onnipresente, in cui Paola Folli mostra il suo talento e Mangoni regala il peperone sulla torta!

Come gli Area
Adorando gli Area, adoro questa canzone. Bello il loro omaggio e ricordo a un gruppo che in altre parti del mondo avrebbe potuto essere osannato e ricordato sicuramente molto più di quanto il popolo bue italiano abbia saputo fare finora.

Supergiovane
Quando sembra che stia per partire un coro gospel...
... parte invece Supergiovane con un'introduzione nuova e adatta al tipico cerimoniale di questo eterno scorno dei matusa.

El Pube
E all'improvviso parte una canzone tipo El Pube. Dopo tanti anni posso godermi il bellissimo campanaccio suonato da Cesareo e, come tradizione, iniziare i balli di fine concerto. Musica e testo travolgenti coinvolgono un pubblico forse poco preparato sui pezzi nuovi, ma prontissimo con questo grande classico. 

Discomusic
Si continua a ballare senza soluzione di continuità, passando dal ritmo caraibico alla discomusic, quella degli anni '70. 

Complesso del Primo Maggio
E riecco il vero tormentone primaverile. Perché è troppo facile fare il tormentone estivo. 

Il Rock and Roll
Versione già vista qualche mese fa a teatro, con l'introduzione cantautorale di Elio e la sua chitarra. Immancabili la struggente morte finale del Rock and Roll Mangoni e il bellissimo assolo di batteria di Christian Mayer.

Born To Be Abramo
Si ritorna tutti a cantare e ballare con questo finto pezzo di chiusura, ormai anche questo onnipresente ai concerti. 

Parco Sempione
Dopo la classica finta uscita eccoli tornare e regalarci due bis. Il primo è il sempreverde Parco Sempione con il rasta Mangoni più ballerino che mai.

Tapparella
Immancabile chiusura con coro e battito di mani. Forza Panino.

Un concerto ricco di risate e umidità. Tanta ironia da parte di Elio, soprattutto nel ridicolizzare i Club Dogo e la ridicola diatriba nata per una banale e condivisibile opinione dell'onesto Faso.
Chissà se un giorno, fra quarant'anni, un giovane gruppo talentuoso canterà "Vorrei suonare come gli Elio e le storie tese".
Ci si vede al prossimo concerto.


domenica 30 giugno 2013

Fenomenologia di Selvaggia Lucarelli


Nel mondo esistono da sempre tanti modi per far (sor)ridere e ironizzare su se stessi e ciò che ci circonda. Fin dalla tenera infanzia ho amato, per qualche predisposizione naturale, lo stile critico e cinico tipico della Gialappa's Band e di quei pochi comici satirici che potevano passare in televisione alla fine del millennio scorso.
Per fortuna con l'inizio del nuovo millennio ho avuto modo di conoscere, tramite internet, molto più di quello che poteva offrire la televisione. Proprio dalla newsletter di un sito estremamente bastardo come Bastardi Dentro, un giorno di quasi dieci anni fa, ricevetti una mail che citava un post legato al blackout che lasciò al buio quasi tutta Italia. Con un atto di gentilezza (poco bastardo) venne citata la fonte in questo modo: "un raro caso di donna bella, intelligente e simpatica: Selvaggia Lucarelli".



Incuriosito cercai il suo blog e da questo post iniziò tutto: Origine del Male.
Essendo io un drogato (soprattutto all'epoca) di televisione, trovai nel suo blog una fonte inesauribile di risate. La sua critica feroce e intelligente verso lo showbiz accompagna da allora le mie giornate.
Ormai è fenomeno dei social, sia su Twitter che su FaceBook, ma il suo percorso è passato attraverso teatri, studi televisivi (sia come ospite che come conduttrice), un matrimonio, studi radiofonici, un figlio e decine di rubriche letterarie in quotidiani e riviste di vario genere. 
Una donna eclettica, capace di sperimentare. 
Una donna sincera, forse troppo, capace di farsi amare e odiare per la sua libertà di pensiero.
Forse un suo limite è l'essere la rappresentazione umana della frase "meglio il libro che la trasposizione cinematografica". Risulta infatti molto più interessante e a suo agio con in mano una tastiera piuttosto che un microfono.  
La conferma l'ho avuta quando alcuni colleghi che l'hanno conosciuta grazie al #MomentoPronostico lanciato su Twitter mi hanno detto: "Ma sai che ho letto alcune cose di questa Selvaggia, non è mica scema!".


domenica 23 giugno 2013

Gelato Festival 2013

In questo periodo caldo e sfiancante poche cose possono convincermi a spostarmi da casa.
Il Gelato Festival c'è riuscito!
All'ombra del Auditorium Parco della Musica, nell'ampio Viale de Coubertin, faceva tappa il Festival del gelato che, come indicato dal programma sul sito, prevedeva vari eventi durante le 3 giornate.
Io e la mia dolce metà abbiamo però scelto di gustarci solamente, a tarda sera, la sfida fra circa venti mastri gelatieri che proponevano il gusto creato appositamente per l'occasione.
All'ingresso, per la modica cifra di 12 € cadauno, abbiamo ricevuto il biglietto che ci ha permesso di avere 5 assaggi e un cocktail-gelato. 


Abbiamo scelto di dividerci ogni assaggio, avendo così a disposizione 10 scelte. I gusti proposti erano più di 10; abbiamo quindi dovuto fare una prima selezione "visiva" per capire chi meritava il nostro assaggio. Gli ingredienti e l'aspetto delle vaschette erano gli unici indizi che avevamo. Ci spiace quindi per i mastri esclusi. Se siete curiosi, tramite questo link potete conoscere un po' meglio tutti quanti i Maestri Gelatieri.

Questi i gelati da noi assaggiati:

1) Crema al vino Macàro e Mustazzolo

Partiamo subito benissimo, con questo gusto tipico salentino che, forse anche per lo stomaco a digiuno, ci ha colpito per l'originalità e il mix fra il vino Macàro e il mustazzolo (un dolce tipico pugliese). 

2) Crema Millenium

Torniamo a Roma con questo gusto che ci ha offerto un abbinamento di sapori interessante con: salsa di cioccolato, arachidi pralinate e crema alla vaniglia. 

3) Note di Friuli

Come suggerisce il nome, questo gusto ci rimanda al nord est italico, amalgamando la Gubana (un dolce tipico che fra i vari ingredienti prevede: uvetta, noci, pinoli e grappa), allo zabaione di Ramandolo (un passito di Udine) e al cioccolato. Personalmente non amo l'uvetta, ma in questo gelato faceva la sua porca figura.

4) Salvia Lamponi

Questo gusto è made in Roma e sorprende con il semplice abbinamento di salvia, lamponi freschi e fiordilatte. Un gelato che mi ha ricordato i saltimbocca alla romana. Se capitate dalle parti di Via dei Coronari fateci un pensierino.

5) Black Forest

Direttamente dalla via Collatina di Roma (a 2 passi da dove abitiamo), il mastro Malaggese conquista il mio cuore abbinando cacao, amarena e cioccolato bianco. Un gelato però forse un po' troppo "corposo", anche se alla fine risulterà uno dei miei preferiti.

6) Cremino

Direttamente dall'isola d'Elba arriva questo semplice ma gustoso gelato con gianduia e nocciola.

7) Crema Agrumi Val Tindari

Da un siciliano che arriva da Firenze, un gelato "mononota" che dimostra come una giusta e attenta selezione delle materie prime, le arance di Sicilia in questo caso, risulti poi fondamentale per ottenere un ottimo risultato.

8) Vacanze Romane 

Direttamente dalla ridente Cairo Montenotte (a due passi da dove ho vissuto i miei primi 3 anni di vita) arriva questo mix di: Vaniglia, pistacchio e lampone. Non essendo un amante del pistacchio non riesco forse ad apprezzarlo come dovrei.

9) San Nicola

Arriva da Lecce anche questo mastro, ma con risultati peggiori del precedente. Forse al nono gelato non eravamo più predisposti ad apprezzare un gusto così "estremo". Caffè e latte di mandorla è probabilmente un abbinamento dicotomico. O lo si ama o lo si odia. Noi non l'abbiamo amato.

10) Passione

Si conclude la nostra selezione con questo abbinamento fortemente voluto dal sottoscritto. Fragola, rum e cacao si abbinano perfettamente in quello che si è dimostrato uno dei miei gelati preferiti.


Il podio di mia moglie ha visto questi tre gusti primeggiare:
3°) Salvia e Lampone - 2°) Crema Agrumi di Val Tindari - 1°) Cremino

Il mio podio invece è stato:
3°) Passione - 2°) Crema Agrumi Val Tindari - 1°) Crema al vino Macàro e Mustazzolo

Voi chi avreste premiato? 

venerdì 21 giugno 2013

Tempo




In questi giorni vorrei scrivere tante cose, ma il caldo, il poco tempo e la mia famosissima Pigrizia mi hanno costretto a evitare il blog da ormai 15 giorni.
E dire che di idee ne ho avute tante. Idee che vorrei annotare in un post, come tutte le altre, per poi rileggerle un giorno. 
Idee banali, come la mia opinione sulla serie TV Touch, uno di quei flop inspiegabili che però ti spieghi se ti soffermi un attimo a pensarci.
Idee meno banali, come lo scrivere i nuovi capitoli di Fuga nel Silenzio e Delirium.
Idee poco banali riguardo ai contratti di lavoro,  ai contributi e ai TFR, che ti fanno sembrare la vita come un conto alla rovescia verso il nulla.
Idee molto interessanti, ma che a voi forse interessano poco, come la voglia sempre più forte di cambiare vita, creando una vita.

Tante cose insomma, ma non ne ho il tempo.

lunedì 3 giugno 2013

Dieci modi per restituire 1 €




Ho un collega che stimo molto per la sua personalità talmente semplice da risultare complessa ai migliori psicologi. Il suo approccio col resto del mondo è ricco di particolarità: odia, ad esempio, essere in debito con qualcuno, anche di un solo euro.
Capitò, tempo addietro, un'occasione in cui gli dovevo 49 €. Decisi di dargli una banconota da 50, dicendogli di tenere il resto. Andò in tilt.
Qua sotto un elenco dei modi con cui cercò di rendermi quell'euro, che io non ho mai preso (ovviamente).

1) Banalmente provò con: "Tieni, ti devo 1 €".
2) Cercò, con un'abile mossa, di distrarmi: "Guarda là!", col tentativo di mettermi 1 € in tasca.
3) Cercò di lasciare la moneta vicino al mio PC, nascosta da un foglio.
4) Dopo pranzo ci riprovò con: "Vuoi un caffè? Ti do 1 €!".
5) Facendo finta di trovare una moneta di fianco alla mia sedia esclamò: "Oh guarda, ti è caduto 1 €!".
6) Tentò, dopo una mia battuta: "Questa battuta merita 1 €".
7) Iniziò a rompere il cazzo, minacciandomi di non smettere finché non avessi accettato l'euro.
8) Vedendomi in difficoltà a ricordare una cosa tentò con l'originale: "Forse 1 € ti può aiutare a ricordare".
9) Scoprendo che la cosa che cercavo di ricordare era a lui nota ci provò con: "Non ti ricordi una cosa? Te lo dico se posso darti 1 €".
10) A fine giornata, ormai provato, tentò l'ultima zampata: "La tua giornata di lavoro merita un premio produzione di 1 €!".


sabato 25 maggio 2013

Chiacchiere




Mi capita a volte di ascoltare dialoghi fra sconosciuti, tipicamente del centro-sud Italia, mentre mi ritrovo in fila, in attesa di qualcosa. Si tratta quasi sempre di persone comuni, cresciute in paesi o poco più. Persone miti, di poco spessore, che umilmente cercano di intrattenere un rapporto con qualcuno per ampliare i loro orizzonti. Mi piace studiare le loro interazioni, soprattutto quando le protagoniste del dialogo sono due donne.

Tipico l'approccio iniziale, quando tizia X e tizia Y cercano un conoscente comune. 
X: Di dove sei? 
Y: Sono di Alfabetagamma!
X: Ah, ma allora conosci Z. 
Y: No.
X: Come no? Il figlio di Q. 
Y: Non mi dice niente.
X: Ma sì. Gli è pure morta la madre da poco. 
Y: Non credo di conoscerlo.
X: È testimone di Geova! 
Y: Ah, certo... Z il testimone. Ho capito!
X: Oh. Vedi che lo conosci quel rompicoglioni.


Divertente quando, in una seconda fase, cercano di darsi un tono raccontando le loro esperienze "estreme": il viaggio in aereo, la vacanza estiva, la partecipazione a qualche casting televisivo. Quasi subito però le loro esperienze finiscono e iniziano quelle dei loro parenti, nell'ordine: figli, fratelli, cugini, nipoti, amici dei figli, amici dei fratelli, amici dei cugini, amici dei nipoti e così via. Più è lontana la parentela, più è fantasioso il racconto. Nei migliori casi si può arrivare a sentire di amici del cugino del vicino di casa che hanno assistito a omicidi plurimi, sventandone due con la sola imposizione delle mani.

Una volta stretto il legame, il dialogo diventa da cenone di Natale. I muscoli si rilassano. Gli arti si distendono e iniziano i discorsi in cui X e Y sono ferratissime: politica, amministrazione locale, medicina, religione, critiche a quel rompicoglioni di Z, per poi concludere con il loro pezzo forte, vantare i propri figli. In queste sfide il più scarso mira al nobel da anni ma non lo riceve per invidie dei soliti noti.
Quasi mi spiace vedere arrivare il mio, o il loro, turno, dover terminare l'attesa e interrompere questa ennesima replica tipica del made in Italy.

sabato 18 maggio 2013

Burattini senza fili

Una delle attività migliori che l'essere umano ha la possibilità di fare è fantasticare.
Fra i banchi di scuola, in attesa di un treno, ad un funerale o sotto la doccia abbiamo un cervello a disposizione per ideare film e mondi paralleli, senza limiti al nonsense
C'è chi è più dotato di altri, per questo la gradazione dei fantasiosi della storia è vasta. Fra noi e Leonardo Da Vinci esistono milioni di esempi, più o meno noti, di persone famose per il proprio estro. Riuscire a immaginare o vedere oltre la propria realtà non è un compito banale: occorrono una dote naturale e un buon allenamento. 
Per condividere la propria fantasia col resto del mondo esistono tante forme. Molti sfruttano quella (apparentemente) più semplice: scrivere, ma tutte le forme d'arte sono un mezzo per dare sfogo alla propria immaginazione. Il telefilm Scrubs, ad esempio, oltre essere un inno alla fantasia, ha nel suo protagonista (JD)  l'emblema del sognatore ad occhi aperti.


Per rappresentare la propria fantasia spesso si fa uso di personaggi, alter ego del proprio io pensante. I cugini Frederic Dannay e Manfred Bennington Lee usarono lo pseudonimo Ellery Queen per firmare i libri di cui lo stesso Ellery è il protagonista. Stefano Belisari ha fondato Elio e Le Storie Tese per reinventare il modo di fare musica in Italia. Matt Groening ha sfruttato i I Simpson per ironizzare sui controsensi della tipica famiglia USA. Le citazioni potrebbero continuare a lungo, anche perché da qualche lustro la tecnologia ha aiutato chi, economicamente e tecnicamente, non aveva la possibilità di rappresentare la propria fantasia.
Sul web sono così comparsi tanti piccoli geni. Ammirevole la semplicità con cui Fanboy abbia pensato di dar voce alla propria fantasia tramite la sua collezione di action figures. FiguresInAction non è altro infatti che un ironico fotoromanzo in cui il suo ideatore reinterpreta il mondo dei suoi personaggi preferiti. Ovviamente la lettura è consigliata.
Non dovete avere paura di dar sfogo alla vostra inventiva. Provate a tuffarvi in questo grande lago di idee che è il web e proponete le vostre. Se poi, lì in mezzo, trovate qualcosa di interessante, suggerite pure! Sono sempre pronto a scoprire nuovi piccoli geni.

mercoledì 1 maggio 2013

Effetto Disney

Negli ultimi decenni il mondo occidentale, sotto una massiccia dose di buonismo e amore, si è dimenticato cos'è la vita e si è auto-imposto di non parlare di certi temi, sicuramente poco allegri, ma presenti sotto il nostro naso ogni giorno. 
Morte, malattia, sofferenza, sesso, perversioni, scienza (giusto per fare alcuni esempi) sono quasi diventati argomenti tabù. 
Si può parlare solo di cose dolci, alla moda, belle e carine. Al massimo confortarsi e incoraggiarsi quando si è giù di morale, ma sempre con quel timore infantile nel parlare del perché si è giù di morale. Sussurrare il proprio problema, quasi vergognarsene. 
Le ultime generazioni sono state cresciute sotto una campana di vetro, senza che le loro famiglie si preoccupassero minimamente di spiegargli con calma quante atrocità e nefandezze siano presenti in questo mondo. 
"Sono troppo piccoli", "Lasciamoli ancora sognare" e altri frasi del genere vengono usate come scusa per non raccontare ai propri figli come funziona il mondo. Ma sì, lasciamogli credere a Babbo Natale, le fate buone e i supereroi. Stravolgiamo la realtà in una fiaba a lieto fine, come tutte le storie Disney! Le fiabe originali da cui molti lungometraggi Disney traggono ispirazione hanno una storia più cruda e macabra che, per una scelta puramente commerciale, è stata edulcorata per renderla più dolce e romantica.

Molti genitori hanno fatto e continuano a fare la stessa cosa, anche per esorcizzare le loro stesse paure. Non parlare di certi temi li fa vivere tranquilli, senza dubbi di sorta. Di conseguenza, molti giovani sono cresciuti con l'illusione che il peggio della vita sia ben  lontano dal loro mondo, auto convincendosi che la "normalità" sia la fiaba edulcorata.

Questo effetto Disney ha creato, di conseguenza, un effetto "spettatore" alle persone. Il massimo sforzo di milioni di persone in Italia (ma non solo) è l'ergersi opinionisti, soprattutto via web, di ciò che accade nel resto del mondo. La lettura dei fatti storici e di cronaca è però dicotomica.
Il ragazzino medio oggi non sa andare oltre il pro e contro. Non ne ha interesse e capacità. Il suo pensiero critico si ferma a quell'età in cui la massima distinzione è: bello o brutto, buono o cattivo. Non sa distinguere, analizzare, riflettere e creare una propria opinione ragionata. Il più delle volte tifa. E chi tifa ama tutta una squadra o la disprezza completamente. Non riesce a prendere una persona alla volta e crearsene un'opinione distinta. Troppo lavoro, troppa fatica.
Sei di un determinato partito? Sei una merda.
Sei di quell'altro gruppo? Sei un genio.
Ormai viviamo di apparenze, di casacche che ci fanno vestire i panni del Principe Azzurro o della Strega Cattiva.
Per non parlare della satira. Per questo pubblico il massimo della comicità è lo sberleffo o il gioco di parole (neppure troppo complicato). Sentire una battuta legata ad uno degli argomenti tabù crea immediatamente una chiusura mentale. Senza considerare il fatto che il solo dover avere un poco di cultura per capire il riferimento di una battuta satirica è improponibile per persone di questa fattura.
Per loro la vita è leggera. C'è poco da preoccuparsi, tanto alla fine vivremo tutti felici e contenti.
Forse.