lunedì 5 dicembre 2016

Si o No?

Questo referendum costituzionale mi lascia tanti dubbi e, come sempre, ben poche certezze. 
Da un lato c'è un ritorno alle urne del popolo, cosa buona a mio modo di vedere; dall'altro c'è il motivo che ha spinto il popolo a recarsi alle urne.

Ha influito aver votato a Dicembre e non nel classico periodo in cui tanti italiani preferiscono stare in spiaggia e lasciar decidere gli altri, però ciò che ho letto e sentito mi dà la certezza che la cultura italiana (almeno quella politica) sia ridotta veramente male.
Se il premier non avesse promesso di dimettersi e avesse portato avanti una campagna per il "Sì" sul tema della riforma, forse ci saremo ritrovati metà delle persone a votare e anche risultati diversi.
Invece si è parlato poco di ciò che si stava veramente votando, una riforma complessa e ricca di punti più o meno condivisibili, senza scendere nel merito e provare a spiegarla ai cittadini in modo efficace. 
Le forze politiche hanno preferito duellare sui possibili significati politici e le eventuali conseguenze:
- Se vince il NO mi dimetto
- Cacciamo Renzi
- La nostra costituzione va cambiata
- La nostra costituzione è sacra
- Rimarremo fermi altri 20 anni

Il popolo ovviamente ha seguito l'esempio e ha dibattuto ovunque su questi temi, aggiungendo al massimo le uniche due cose più o meno chiare che avevano in mente:
- Vanno via i senatori
- Va via il CNEL

Da amante dei giochi da tavolo mi è sembrato di rivivere quelle tipiche situazioni in cui ci si ritrova con persone che preferiscono giocare contro o a favore di qualcun'altro, anche se ciò non comporta alcun beneficio per loro stessi; sapendo di non poter vincere si divertono di più a favorire o danneggiare qualcun'altro, diventando i cosiddetti "King Makers". 

Per questo motivo, anche se ho votato come la maggioranza, non mi sento tanto vincente.