venerdì 1 maggio 2015

Samba

Avere un cinema letteralmente a due passi da casa ci permette almeno una volta a settimana di accomodarci nelle sue poltrone. Di conseguenza, a volte, scegliamo di vedere film poco pubblicizzati ma che ci incuriosiscono. Nei giorni scorsi ho infatti proposto ad Antonella di vedere Samba, un film a lei del tutto ignoto. Ammetto che la decisione è arrivata per inerzia, visto che gli autori e registi, nonché l'attore protagonista, sono gli stessi di Quasi Amici (Intouchables). Ero sicuro che non saremmo rimasti delusi.


Così è stato. Gli sceneggiatori di questa commedia agrodolce riescono a farci immergere nel difficile percorso che gli extracomunitari affrontano per cercare una vita migliore in Europa. Il film è ambientato a Parigi, ma le notizie di cronaca delle ultime settimane ci fanno intuire come la situazione sia simile in tutte le altre grandi città del continente, comprese quelle italiane. 
La storia del protagonista, Samba Cissé, ci mostra l'assurdità di un mondo fatto di regole a volte insensate che obbligano persone oneste ad una lotta contro la burocrazia per la banale sopravvivenza in una nazione diversa da quella in cui sono nate. Ragazzi che fuggono dalla povertà o dalle guerre civili che devastano le loro nazioni per migrare in posti migliori. Persone oneste che cercano semplicemente un lavoro con cui potersi inserire nel contesto della loro nuova città, ma vengono incanalate in un tunnel di assurda e cinica ghettizzazione. 

La gestione di questi flussi non è sicuramente banale, ma ciò che colpisce, sia nel film che nell'atteggiamento reale di molti italiani, è l'incapacità di comprendere che i migranti che arrivano dagli altri continenti non sono molto diversi dai "cervelli in fuga" che scappano dall'Italia per cercare un posto migliore in Europa o negli Stati Uniti. 
La naturalità con cui gli italiani si sono sempre spostati nel mondo non è accettata quando sono gli altri a comportarsi esattamente allo stesso modo.
La strada per abbattere i confini che separano le nazioni è ancora lunga e difficile, soprattutto fin quando non si abbatteranno i confini mentali che ci rinchiudono in un mondo che non va aldilà del proprio smartphone.