lunedì 18 agosto 2014

Picchi di Intelligenza

Cos'è l'intelligenza? Quell'apostrofo invisibile tra le parole "eh?".

Per anni si è abbinata l'intelligenza a due cose: cultura e logica. La prima è una buona propensione a leggere, informarsi, capire e, soprattutto, memorizzare. Le seconda è sicuramente fondamentale per destreggiarsi fra i piccoli e grandi problemi che la vita ci può riservare. Proprio la logica è stata sfruttata come capacità principale per misurare il QI di una persona; è ormai noto a tutti che questo è solo uno spicchio dell'intero concetto di intelligenza.
Solo negli ultimi decenni si sono iniziate a distinguere le numerose e diverse capacità che un uomo può avere, chiamandole, a mio parere erroneamente, "intelligenze". Oltre a quelle logiche e matematiche di cui ho appena parlato si possono individuare, ad esempio, quelle motorie, artistiche e comunicative.

Ciò che stupisce la maggior parte delle persone è il contrasto, presente in alcuni individui, fra diverse capacità. Eppure, qual'è la differenza fra un atleta che non è in grado di fare una moltiplicazione a mente e un abile matematico incapace di prendere un pallone al volo?! Si possono fare svariati esempi per notare come si considerino con valori diversi alcune capacità rispetto ad altre, arrivando quasi ad una discriminazione delle capacità.
Eppure c'è dell'incoerenza anche in questi casi. Se può avere un senso apprezzare gli ingegneri e i ricercatori che lavorano all'evoluzione tecnologica e, quindi, al benessere di tutti i giorni di una collettività, non ha comunque molto senso stimare maggiormente un artista rispetto ad uno sportivo: due categorie che offrono più un piacere emotivo che analitico.
Ovviamente sappiamo entrambi come ciò derivi dalla storia. I grandi artisti, musicisti, pittori e scultori ci sanno estasiare con le loro opere da secoli, mentre le capacità sportive sono state riconosciute solo in un periodo più recente e spesso abbinate più all'aspetto fisico che a quello mentale. Qualcuno afferma addirittura che ciò sia dovuto al fatto che si preferisce apprezzare un buon cervello piuttosto che un buon fisico, dimenticando che un gesto atletico o, più in generale, un'intelligenza sportiva derivi proprio da capacità intellettive.

Non ci si stupisce quindi se un grande ingegnere, un inventore, un affabile politico o un artista siano ricchi e riescano a guadagnare molto più di un cittadino normale grazie ai loro talenti.
Invece, ancora oggi, molti si scandalizzano per i guadagni di alcuni sportivi, in Italia sopratutto per i calciatori. Eppure, di base, tutte queste categorie determinano i valori economici in base a banali leggi di mercato (domanda e offerta).

Se la popolazione italiana ammira più un tiro al volo di Totti rispetto ad un romanzo di Eco o a un film di Sorrentino non ci si dovrebbe scandalizzare, e non li si può neanche paragonare. I loro autori sono tutti e tre intelligenti, ognuno nel suo campo specifico.
Non è colpa dei calciatori se il calcio, o lo sport in generale, è il tema più ricorrente nei dialoghi tra i cittadini. Probabilmente, soprattutto in Italia, apprezziamo maggiormente le capacità emotive, rispetto a quelle analitiche.